Nella canna di un fucile

« Older   Newer »
  Share  
Lullabies
view post Posted on 20/6/2011, 11:41




E' appena l'inizio di qualcosa che ho appena iniziato. Gioco di parole stupido, lo so, ma voglio mostrarvi questa primissima parte. Non so dove finirà questo minestrone di parole. Sediamoci e guardiamo. P.S.: il titolo è provvisorio



Mentre guardavano nelle ombre, ai due giunse il dubbio fosse finito il rum. La bottiglia effettivamente era vuota. Uno si alzò per andarne a prendere un po’ in guardiola.
Il calore delle sbarre delle celle non era il migliore e lui lo sapeva. Si appoggiò al muro, seduto, con la sua sigaretta accesa in mano. Le sue nocche pulite, le linee delle sue mani lisce, il suo fisico non di certo esile ma nemmeno robusto, tutto potevano far pensare di lui, tranne che di un secondino.
Mentre aspirava il fumo, avido di nicotina, rimirava il suo orologio da sei euro. Ore quattro e trenta del mattino. Stava per terminare il suo turno. Mancava solo un quarto d’ora.
Pensava che la prigione di massima sicurezza, piena dei peggiori criminali, non era poi un posto tanto male. C’era gente interessante, lì.
Il silenzio regnava fra i respiri delle decine di sonni in corso. La tranquillità non si incrinava sotto i movimenti del suo braccio, mentre i fumi del tabacco iniziavano a risvegliargli la mente.
In un momentaneo vuoto di emozioni, sembrava sussurrare, di tanto in tanto, la vecchia parola una volta associata al suo nome. Risuonava appena nel suo palato e scompariva. Comandante.
Si zittì.
Il suo turno era finito. Niente altro rum per stasera. Prese il suo corpo giovane ma spento e, passo dopo passo, lo porto fuori dall’edificio, come un fantasma stanco.
L’alveare cittadino era del tutto addormentato. Non ci mise molto ad addormentarsi fra le sue coperte.
 
Top
Lullabies
view post Posted on 21/6/2011, 13:35





Il profumo delle rose non arrivava in quei boschi, dove c’era invece l’acre odore delle graminacee sotto i loro piedi. Il sentiero percorreva il fianco della montagna dolcemente, irto solo di piante e alberi più o meno antichi. Erano diversi uomini quelli che affondavano gli anfibi in quel terreno fangoso di maggio, mentre le canne dei loro fucili scottavano.
Avanzavano con calma, senza timore, di ritorno dalla ricognizione.
“Comandante Aureliano!” un uomo scattò sull’attenti. Tutti quelli che erano lì ad osservare lo fecero.
Un cenno di capo del comandante, tutti si misero in posizione di riposo.
“Nulla di nuovo, signori” una pausa, un respiro “Tornate alle vostre posizioni”.
Tutti i presenti si recarono nuovamente a svolgere i compiti precedentemente in corso.
Lo sguardo del comandante passò sulle armi lucide dei suoi uomini, che lavoravano alacremente.
Sarebbero dovuti stare lì pochi giorni, nei suoi programmi. Eppure erano fermi da un mese.
Le scintille della ribellione, oramai disperse, avrebbero dovuto portare una compagine reazionaria proprio lì. Il suo compito era quello di bloccare uno degli ultimi battaglioni ribelli rimasti, oramai in fuga dalla capitale.
Ma ancora nessuno aveva attraversato quelle strade, nessuno si era avvicinato al passo. Cosa diavolo stava succedendo? E perché non se ne sapeva nulla?
Mentre Aureliano si chiedeva questo, la sua bocca masticava un pezzo di pane. Pane secco ma ancora masticabile. Nei pomeriggi assolati, amava prendere un pezzo di formaggio e mangiarlo insieme ad un po’ di pane, giusto per dare un ritmo di mascella alla giornata, giusto per riempire in modo diverso lo stomaco ormai pieno di carne salata e verdure mezze marce.
Molti dei suoi uomini verso quell’ora si davano il cambio nelle faccende, in particolar modo i piantoni lasciavano le loro postazioni dopo le quattro ore continue di guardia. Abbracciavano il loro fucile e, dopo aver augurato una buona fortuna al piantone di turno, se ne andavano a dormire.
Era la monotonia del campo, che faceva più morti delle cartucce.

Il suo pezzo di pane quel giorno era meno duro del solito. A bocca piena quindi disse ciò che generalmente ripeteva a bocca vuota, al solito tenente che passava di lì a quell’ora:”Questa cazzo di situazione non può andare avanti”.
 
Top
1 replies since 20/6/2011, 11:41   94 views
  Share