Neve nelle scarpe

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Littlepoint.
view post Posted on 12/12/2009, 15:16




Una piccola One-Shot recante un aneddoto incentrato sul rapporto di due anonimi fratelli. Spero possa piacere a qualcuno ^^



“Se fossi stato più cauto, non saremmo dovuti scappare a gambe levate in quel modo. Hai visto la signora Winkler, come ti sbraitava contro?”
Gli occhi assopiti di Javier erano fissi sulle labbra del fratello, che da cinque minuti non smettevano di muoversi. Ormai non comprendeva più nemmeno le parole che gli uscivano di bocca, più simili a tante, fastidiose note stridule che andavano a cozzare l’una contro l’altra. Che avrebbe dato per farlo smettere.
Il freddo gli pungeva il naso, e la neve gli era entrata tutta nelle scarpe quando avevano scavalcato la cancellata. Rob, invece, era caduto fra i cespugli, sprofondando nella neve fresca che copriva i rametti rinsecchiti con un gridolino. Non era riuscito a stargli dietro a lungo, durante quella corsa a rotta di collo giù per il vicolo. A metà strada si era fermato, le mani sulle ginocchia, il respiro affannoso e il naso che colava. E in quel momento, Javier aveva pensato che non fosse altro che un moccioso.
Adesso, il ragazzino era in piedi sul marciapiede, rigido come un grissino ed avvolto in una pesante sciarpa di lana grigia; lo fissava con aria indispettita, senza smettere di parlare.
Forse tutto quel parlare lo stava scaldando, e allora ci dava dentro.
“Oddio,oddio” strepitò saltelloni sul posto, il volto chiazzato di rosso coperto dai grossi guanti “E se la signora Winkler ci avesse riconosciuti? E se lo dicesse alla mamma?”
“Piantala di pigolare” lo interruppe Javier in tono irruente. Si sedette sul muretto, incurante del gelo che gli attanagliò furiosamente il fondoschiena, ed alzò la testa verso la figura esile del fratello.
Visto da quella prospettiva, pensò, sembrava per davvero un grissino. Il freddo gli scavava le guance, e le orecchie erano visibilmente arrossate. Probabilmente dovevano persino dolergli.
Un grissino con due antenne paraboliche.
“Ti si annoderà la lingua, se continui.”
Rob non replicò, ma i suoi occhi si abbassarono mestamente, incappando nelle scarpe di Javier.
Non era stata una bella nottata. Il freddo, i sassi contro la finestra, le preghiere, gli insulti, l’ironia un po’ marcia, la luce dei lampioni, un turbinio di scarpe strascicate sulla neve e nelle pozzanghere agli angoli della strada.
L’insegna al neon del minimarket lampeggiava, emettendo un sonoro e fastidioso ronzio. Dentro, osservò Javier, soltanto un vecchio avvolto in un impermeabile nero, lo sguardo perso in direzione di uno dei ripiani più alti del banco dei surgelati. Dalla vetrata intravide la giovane cassiera china sul bancone lucido, gli occhi chiusi, il volto rilassato.
Era veramente tardi anche per lei.
“Abbiamo fatto prendere un bello spavento alla signora Winkler.”
“Già. Però anche lei metteva paura a me, con quella scopa in mano” mugugnò Rob, saltellando con fare giocoso su e giù dal marciapiede gelato. Il lampione sopra di loro emise un lieve brusio e lampeggiò per pochi istanti, catturando la loro attenzione.
“Mi fanno male le gambe” incalzò Rob con fervore “e tutta quella neve mi ha congelato il cervello.”
“Per me, quello era già così” sghignazzò il fratello, osservandolo. La sciarpa, grigia e spessa, gli ballonzolava addosso mentre lui si spostava da una parte all’altra, in cerca di calore. Il lungo cappotto nero lo infagottava fino alle ginocchia.
Sembrava proprio un grissino, imbottito e con due antenne paraboliche al posto delle orecchie.
Forse, l’unica cosa davvero divertente di tutta la serata.
“Perché vieni tutte le volte, se poi ti lamenti sempre?”
Il grissino non rispose subito. Fece roteare gli occhi, trattenne uno starnuto, sfregò la punta del naso contro una manica della giacca. Ancora il ronzio del neon.
“Perché hai bisogno di me” rispose, con l’aria di uno che la sa davvero troppo lunga. Si sedette di fianco a Javier, infilandosi le mani nelle profonde tasche. “Se non ci fossi stato io, chi ti avrebbe tirato fuori dal cassonetto dell’immondizia in cui sei caduto saltando giù dal muro?”
Javier sorrise, e gli diede un’affettuosa pacca sulla spalla, guadagnandosi un sorriso teneramente disordinato.
“Hai ragione” rispose. “Io ho sempre bisogno di te.”
 
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valenzz90
view post Posted on 13/12/2009, 16:23




che bella storia**
 
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Littlepoint.
view post Posted on 13/12/2009, 18:15




Grazie Vale! ^^ meno male che a te piace
 
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unerasable;
view post Posted on 14/12/2009, 15:58




Bella *________*
 
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Littlepoint.
view post Posted on 19/12/2009, 21:35




Grazie Ale!!! ^^
 
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4 replies since 12/12/2009, 15:16   83 views
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