| Un raccontino brevissimo, come è insito nel mio stile, ma penso abbastanza intenso ^^ rileggendolo mi sono resa conto che avrebbe bisogno di tanti ritocchi, ma in fin dei conti non è così male. Spero vi piaccia!
Era bellissimo sapere che non avevo bisogno di lei. Guardai la macchina allontanarsi sulla strada asfaltata, l’odore degli alberi circostanti che mi riempiva la testa. Il volto di Katy fece capolino dal finestrino. I capelli rossi le vorticavano attorno alla testa, sospinti con dolce violenza dal vento, e mi fissava. Mi chiedeva di smetterla. Potevo, io, smetterla? Potevo dare un taglio a tutto quello che c’era stato? La risposta era quel secco no, che conosceva meglio di me. Katy conosceva benissimo i miei modi di dire no. Il primo, era un possente, vigoroso no, che manifestavo scuotendo la testa e fissandola con occhi volutamente cattivi; il secondo, era quel no indeciso. Forse, quello che l’aveva fatta innamorare.
Faceva male, malissimo, ripensare a tutto quello che avevamo condiviso. Le emozioni, gli sguardi, quella casa… una volta, anche lo spazzolino da denti. Ma quella è una lunga storia. E quel letto. Fosse stato per noi, non avremmo avuto bisogno di altro. Quel letto era la tela bianca su cui ogni notte dipingevamo le forme e i colori del nostro amore, che ogni volta era diverso, una stupenda opera a sé, ignara del tempo e di quanto siano effimeri i sentimenti.
Ma non era bastato. Non bastava MAI. Ora Katy abbandonava quell’occhiata di rimpianto, e leggeva quel dannato cartello stradale. Non sarebbe andata via davvero, odiava spostarsi. Senza di me, non sarebbe mai stata in grado di lasciare Canterbury. La macchina ripartì, con lentezza, fino a riprendere stabilità. Correva, correva sull’asfalto, correva lontana da me. Non se ne sarebbe mai andata. Ora svoltava l’angolo. No, non se ne sarebbe mai andata. Ora scomparve dalla mia vista.
Va bene, lo so. Ma tornerà.
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