Mentre camminavo per quelle strade buie e deserte che per tempo avevo in quache modo temuto la mia testa si riempì di domande.
Come dovevo uccidere e, soprattutto, come potevo decidere chi condannare a morte certa? Se mai avessi trovato la risposta, sarei stata in grado di togliere la vita a qualcuno, per sempre?
Esiste davvero il genio della lampada, quello di Aladin? Altrimenti, chi era la vecchietta? E se fosse lei la morte? Forse mi ha scelto come sua ''erede'', ma se la morte è davvero immortale non le serve nessun successore, poi, in ogni caso, perchè scegliere proprio me?
Ok, accettiamo il fatto di essere il killer più temuto al mondo. Mondo? Devo occuparmi da sola di sei miliardi di persone? E io che mi lamentavo della vita da studentessa troppo stressante!
Scossi la testa cercando di allontanare ogni pensiero, per un momento.
Mi fermai, in attesa di un segno qualsiasi. Mi aspettavo di veder cadere dal cielo un biglietto o di sentire una voce che mi indichi la strada, ma niente. L'unico rumore era quello degli alberi sul viale scossi dal vento.
Vagai senza meta per qualche ora, osservano ogni particolare. Prima di quella sera non avevo mai notato nulla. Pensavo a non scontrarmi coi passanti o, di notte, a non essere seguita da qualche persona poco gradita.
Mi specchiai nel vetro di una macchina parcheggiata sulla strada. Con quel cappuccio, il mio viso non si vedeva neanche. Sembravo un Nazgul appena uscito dal film del Signore degli Anelli, la cosa mi fece ridere. Eh no...va bene che a New York ci sono dei tipi piuttosto bizzarri, ma una vestita così, con tanto di semplici sandali neri in pieno inverno, in mezzo alla neve, non passava di certo inosservata. Tolsi il cappuccio. Il mio viso era quello di sempre: truccato pesantemente, pallido e con le solite, gigantesche occhiaia. Mi bastavano un paio di anfibi e un collare che potevo sembrare una comunissima goth.
Purtroppo i negozi aprivano alle 7 ed erano soltanto le 3 di notte. Dopo una breve riflessione, decisi di andare nella grande biblioteca, aperta a tutte le ore, a pochi isolati da lì per informarmi un po' di più sul mio nuovo lavoro.
La minuscola campanella annunciò il mio arrivo appena aprii la porta. Il commesso di turno spuntò da dietro il bancone.
- Serve aiuto? - chiese scrutandomi con un leggero sospetto, d'altra parte, era un quartiere tranquillo.
- No, grazie. Devo solo consultare qualche libro. -
Annuì. Dopo aver preso tutto ciò che mi serviva mi sedetti in silenzio nell'ultimo tavolo, voltando le spalle al ragazzo di poco fa che non mi toglieva gli occhi di dosso.
La ricerca non diede i risultati sperati. Ogni scrittore aveva un opinione diversa, così, invece di rispondere alle mie domande mi confuse ancora più.
Secondo molti la morte è solo scienza, la tesi di chi crede sia qualcos'altro si fondo solo su superstizioni. Per altri, al contrario, la morte è una presenza oscura, invinciible e che non si accontenta mai. Secondo altri ancora è una specie di divinità, dall'animo buono, che uccide per portarti in un posto migliore. A parere di altri la morte non è un Dio, è un essere mortale, il più malvagio che sia mai esistito. Vuole la sofferenza, uccide il più possibile. Alla sua morte lo spirito che è in lui abbandona il corpo iniziale per infestare un'altra persona, rendendola l'esatta copia di quella precedente.
Consultai altri manuali. Notai che veniva raffigurata sempre con un'accetta, che io però non avevo.
Mi incuriosì soprattutto la tesi di uno scrittore indiano. << Ogni città o paese ha una propria presenza, che si occupa dell'uccisione degli abitanti, ma solo di quelli che abitano in quel posto.>> Mi affidai alla sua opinione, quelle più conveniente. Bene da sei miliardi sono passata a 15 milioni! <<la morte può tramandare il suo compito ad un'altra persona, però il vecchio corpo avrà solamente due giorni di vita. Alle 3 di notte precise morirà.>> Devo trovare la vecchietta, ma come ha fatto a scomparire? Lei sola può darmi le altre risposte.
Comprai coi pochi risparmi che tenevo in un posto segreto, dal mio amico senza-tetto Brian, gli anfibi e gli accessori, non sapendo però se potevo personalizzare la mia divisa, subito dopo di che andai in cerca della strana e allegra vecchia della sera precedente.
New York è immensa, per trovarla devo seguire l'istinto. Era una corsa contro il tempo. Avevo 19 ore, dovevo usarle bene.