Alcune leggende cristiane sui draghi

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~Naoko
view post Posted on 21/9/2008, 09:20




tanto per postare qualcosa di nuovo..


L'anticristo

Nella tradizione biblica il Drago è simbolo dello scatenamento di forze oscure e telluriche ed è perciò associato all'avvento dell?Anticristo, espressione del male assoluto. Nel libro fi Giobbe (41, 1-26) il drago è descritto come un coccodrillo dalla cui bocca "partono vampare e sprizzano scintille di fuoco", la sua pelle squamosa è talmente dura che nessun'arma può recarle danno, e chiunque in sua presenza cade iin terra terrorizzato. A questa descrizione fanno eco le parole di San Giovanni che nell'Apocalisse (12, 3-9) parla di un Drago rosso dalle 7 teste che, apparso improvvisamente nel cielo, ingaggiò una lotta all'ultimo sangue con l'Arcangelo Michele, alla fine della quale il mostro fu soggiogato e precipitò sulla terra assieme ai suoi seguaci. Anche Isaia (27, 1) fa riferimento allo scontro tra le forze della luce e dell'oscurità. Dio risulterà vincitore e con una spada punirà il Drago, descritto come un serpente tortuoso e strisciante che risiede nelle profondità marine. Qui come in altri luoghi della bibbia l'acqua è l'elemento che simboleggia per eccellenza l'instabilità e la contingenza della vita; questo spiega la relazione tra l'idea dell'abisso e quella del Caos di cui il drago, in quanto essere demoniaco è incarnazione.

Il drago Visconteo
Nel suo "De Magnalibus urbis Mediolani" Bonvesin della Riva, cronista milanese vissuto nel XIII secolo scriveva: "(...) uno che abbia il nobilissimo sangue dei Visconti, che sia il più degno, riceve in dono una bandiera con una vipera celeste che inghiotte un Saraceno rosso;detto vessillo procede innanzi a tutti e il nostro esercito non s'accampa se prima non vede la vipera sventolare". Intorno al Drago delle stemma visconteo, fiorirono durante il medioevo molte leggende. Secondo la più nota tra queste, alla morte di S.Ambrogio, patrono della città, comparve nel cielo di Milano un luminoso Drago che esigeva vittime umane per placare la propria sete di sangue. La besta fu colpita a morte da Umberto Visconti che decise, per dare maggiore lustro al suo nome, di adottare l'emblema del Drago come suo stemma.
Le implicazioni simboliche si rilevano sin troppo ovvie: l'apparizione del drago poco dopo la morte di un Santo, allude alla resispiscenza degli antichi culti, oppure, cosa più attendibile dal punto di vista storico, ad un rafforzamento dell'ersia ariana, particolarmente diffua a milano in quel periodo. L'intervento di Umberto visconti segna il trionfo della fede. Secondo altre fonti, il serpe visconteo è lo stesso che , come si legge nel libro dell'Esodo (4, 18), Mosè innalzò in cielo in difesa del suo popolo. La leggenda vuole che quello stesso serpe fu poi portato a Milano dal Vescovo Ariulfo, che lo ricevette in dono durate un'ambasceria a Costantinopoi. Detta reliquia, conservata ancora oggi nella Basilica di S. Ambrogio in Ciel d'Oro, fu poi adottata come stemma dai lombardi che presero parte alla prima Crociata. E' arduo stabilire quale delle due versioni sia più attendibile dal punto di vista filologico-letterario, tuttavia è interessante notare come la seconda, pue esendo seguita da Bonvesin della Riva che parla appunto di un saraceno rosso, non sembra trovare altri riscontri nelle fonti orali. E' possibile quindi pensare che essa sia il frutto di una lettura tarda della vicenda, legata a a fatti contingenti.
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San Giorgio e il drago
Le prima narrazioni documentate della vicenda di S.Giorgio che affronta e uccide il drago risalgono al VI secolo. Negli anni successivi essa si diffuse in tutta l'Europa occidentale, tant'è che ne esistono numerose versioni, ma tutte, pur ambientando gli avvenimenti in luoghi diversi, convengono negli elementi narrativi essenziali. i racconta infatti, che in un lago situato nei pressi di una lontana città, viveva un drago che terrorizzava la gente del luogo. Perchè non distruggesse la città, il popolo glioffriva in pasto una fanciulla al mese, finchè il triste destino toccò alla figlia del re. La giovane stava per essere divorata dal drago quando all'orizzonte si vide spuntare un cavaliere che, armato in tutto punto, si dirgeva al galoppo verso il luogo del sacrificio. Questi era un cavaliere cristiano di nome Giorgio che, dopo aver tracciato la croce di fronte al mostro con il chiaro intento di esorcizzarlo, lo affrontò riuscendo ad atterrarlo con la lancia e a tagliargli la testa con la spada. E' evidente in questa leggenda il sovrapporsi di tematiche di chiara matricde cristiana. particolare rilievo riveste l'identificazione del drago con le forze demoniache. La fanciulla cui il drago aspira simboleggia la Chiesa, minacciata dai nemici della Fede. San Giorgio veste invece i panni del miles Christi, il perfetto cavaliere cristiano.


Sithjia
dragone divoratore di fanciulli infilzato dalla lancia di San Giorgio nel III secolo d.C

Tarasque
Feroce dragone blu ammansito dal canto di Santa marta

Vibria
chi avesse la fortuna di visitare la cattedrale di Barcellona, potrebbe ammirare un magnifico basso rilievo scolpito sul portale d'ingresso che raffigura il conte goffredo nell'atto di uccidere un gigantesco Drago. le antiche cronache riferiscono che all'epoca in cui la Spagna era governata da Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, quel mostro, chiamato Vibria, viveva nel profondo di un antro roccioso situato nei pressid ella città di Terressa, in Catalogna. gli abitanti, stanchi delle sue continue escursioni notturne durante le quali bruciava i raccolti e depredava le greggi, offrirono una lauta ricompensa a chiunque fosse riuscito a uccidere vibria. molti ci provarono , ma senza successo. Alla fine il re Ferdinando rivolse l'appello al Conte Goffredo di Pilios, un cavaliere di provato coraggio che si era distinto durante la Reconquista per aver ucciso migliaia di Mori.
gofferdo, aramto sino ai denti, si diresse verso la grotta del drago. questo, esperto di arti magiche aveva mutato il suo aspetto in quello di un corvo nero nel tentativo di celarsi agli occhi di Goffredo il quale, tuttavia, non si fece trarre in inganno e pronunciò a gran voce il nome del drago che si rivelò allora in tutta la sua mostruosa possenza. Senza perdersi d'animo Goffredo lo trafisse con la sua lancia ferendolo mortalmente alla gola. Il drago riuscì tuttavia a divincolarsi e ad uscire dalla grotta, ma cadde lungo il fianco della montagna schiantandosi sul fondo di un burrone. Goffredo fece poi costruire sul luogo dello scontro un monastero affinchè Dio vigilasse su di esso e nessun drago potesse tornare a risiedere tra le roccie in cui era vissuro Vibria. Sono evidenti in questa leggenda quattrocentesca le assonanze tematiche con la vicenda di S.Giorgio. Il difensore della fede, che in questo caso è un Eroe della Reconquista, affronta e sconfigge il diabolico drago, evidente metafora dei nemici dela chiesa, siano essi gli eretici o i miscredenti (non è un caso che, secondo una versione più arcaica della stessa leggenda, erano proprio i Mori a nutrire il drago offrendogli fanciulle cristiane). Tutto si conclude ovviamente con la vittoria della Fede che è sancita dalla costruzione di un luogo di culto che ha un'evidente funzione esorcizzante.

Vignal
Nelle vicinanze del ponte Moretta, in Valle d'Aosta, c'era una roccia tondeggiante che nascondeva al proprio interno cunicoli scavati in tempi remoti dai ghiacci. Proprio in una di quelle grotte si nascondeva un terribile drago che terrorizzava tutto il paese. Un uomo di Perloz che si chiamava Vignal decise di affrontare il terribile animale. Dopo essersi avvicinato al suo nascondiglio, mise una pagnotta appena sfornata sulla punta della spada. Quando l'animale fece per mangiarla, l'uomo gli affondò la lama nella gola ed il drago morì. Galvanizzato dalla vittoria, Vignal infierì sull'animale, ferendolo ripetutamente. La troppa collera però gli costò molto cara perché il sangue del drago che scorreva a fiotte, lo raggiunse ricoprendogli tutto il braccio. Il sangue era però un terribile veleno per gli uomini e Vignal morì all'istante.

 
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LuceLontana
view post Posted on 15/4/2009, 20:20




sui draghi ci sarebbe molto da dire... tutti i dragi del mondo hnno una caratteristica comune: sono sempre ibridi del serpente, e su questa concezione degli antichi l'immaginazione dei moderni si è oltremodo scatenata...
 
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valenzz90
view post Posted on 16/4/2009, 14:09




Infatti....esistono varie leggende...parte di queste le sapevo altre no...ma sono sempre misteriose e interesanti.
 
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=_*_I'm Ila_*_=
view post Posted on 16/4/2009, 16:42




Ogni leggenda ha un suo fascino! ^^
 
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valenzz90
view post Posted on 16/4/2009, 16:47




Concordo Ila.
 
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LuceLontana
view post Posted on 16/4/2009, 18:52




tutti i miti e le leggende hanno un'origine comune che lega le civiltà al di là delle barriere del tempo e dello spazio. perché tutte hanno visto le stesse cose ed elaborato gli stessi simboli ad immagine della propria consapevolezza del mondo
 
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valenzz90
view post Posted on 16/4/2009, 20:01




Vero, ogni leggenda secondo me spesso si assomigliano....sui simboli e sui significati...
 
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6 replies since 21/9/2008, 09:20   179 views
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