altro raccontino ma non mi ispira tanto.

E certe volte lo faccio anch’io.
Mi chiedo che ci faccio qui. Qui dove vivo: sogno, rido, piango. Proprio qui.
E il bello è che c’è un sacco di altra gente, qui.
Ma certe volte li vedo.. Lì.
Lontani e completamente diversi da me, immersi in pensieri che non condivido, in gesti che non esprimo, ed attenti a temi che non mi riguardano.
E allora mi interrogho, mi torchio, finche non sento mille chiodi trapassarmi la testa da una parte all’altra: che succede? Sono fuori dal mondo?
E che cos’è, questo mondo?
Ed ecco che questo termine si rivela ai miei occhi come un qualcosa di astratto, che fa sentire la mia mente troppo limitata per un concetto così grande.
Il mondo.
Qui. Ma anche lì.
Dove miriadi di persone convivono tutte, in modi diversi, ma per uno stesso scopo.

E mi sento così strana quando la gente mi guarda per quella che sono.
Con i suoi occhi mi scruta e mi denuda di ogni sicurezza, ride di me, e resta vigile su ogni mio gesto.
Sì.. Si.. Strana, proprio. Colgo nel suo sguardo la diversità di cui parlavo poco fa.. Ma è qualcosa di … innocente. Nati e cresciuti in un mondo uniforme, in cui una persona può specchiarsi in un’altra, non possono fare a meno di pensare a me con occhi estranei.

Ma lo scopo.. Non è altro che essere amati ed accettati per quello che si è. Banale, non trovate?
Già..
Ma che succede quando per raggiungere quello scopo.. È l’essenza stessa ad essere cambiata?
.. Illudiamoci pure di avercela fatta.. Ma domandiamoci se questo è più banale, o semplicemente triste.

E guardatemi ancora una volta come strana. Ma continuerò a pensare che è il mondo ad esserlo veramente.