la mia prima ff...siate buoni...(la radura incantata), è un mio testo un pò vecchio ma spero vi piaccia

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SkiZZeTTa93
TOPIC_ICON9  view post Posted on 7/7/2008, 18:23




La RADURA

Era una sera di mezz’estate.
Claude non aveva ancora finito il pancake che sua madre le aveva preparato poco prima di andare al lavoro, sì, era così che cercava di riscattarsi.

Magda, la giovane madre di Claudette, credeva che una paghetta alquanto cospicua nel weekend, qualche regalo esageratamente costoso e un finto certo interesse per il suo andamento scolastico potesse andare a sostituire pienamente l’amore materno di cui un’adolescente si nutre quotidianamente e la sua rara presenza a casa.
D’altronde, solo questo poteva fare.
“In qualche modo devo pur tener in piedi la baracca- diceva continuamente – i soldi ancora non crescono sugli alberi, se solo tuo padre...”.
Solitamente a quel punto del discorso Claude già non le prestava più attenzione, la aveva sentita mille volte ripetere la solita e ormai banale storia.
Sapeva benissimo come Paolo le aveva lasciate per fare successo, o almeno così credeva, era partito per Londra, quando la ragazza aveva appena 8 anni e dal quel giorno non lo rivide più.
Ma non le andava di ripensarci, si era stancata di preoccuparsene.

La giovane Claudette Roon era ancora seduta sulla vecchia sedia a dondolo in veranda, il piatto in mano, riempito dai piccoli residui dello squisito dolce, lo sguardo curioso e indagatore perso nella radura che si stende giusto a pochi metri dalla recinzione del suo giardino.
Amava l’atmosfera a quell’ora, era quasi il crepuscolo e gli ultimi raggi ondeggianti del sole calante danzavano sulle acque riflettenti del laghetto delle crune.
Adorava quel luogo “A un non so che di magic”. Ripeteva, ed era così, solo che Claude non poteva sapere.
Mille leggende erano nate sulla storia di quella radura, le voci più vecchie narravano che gli alberi che la circondano siano antichi elfi-mutaforma, per paura delle carestie e degli orrori che l’uomo portava nel mondo naturale essi decisero di trasformarsi in vecchi cipressi secolari e così fu per l’eternità. I cantastorie del paesino vivono di queste storielle e ne raccontano a volontà.
Molti dicono di essere stati testimoni della danza delle fate.
Spopolava il mito che nelle notti di luna crescente le fate riacquistino improvvisamente i loro eterni poteri e che per festeggiare questo lieto evento si ritrovino in radura esibendosi in danze o altrettanto sublimi canti e musicherie.

Fin da neonata, Claude, era stata affascinata e ossessionata da queste storie fantastiche, oltretutto in ogni leggenda c’è un fondo di verità no?
Mille e mille volte si era trovata seduta tra le grandi radici dei Varden,
(in antica lingua: “Guardiani”, si tratta di due querce più che secolari, poste parallelamente ai piedi della radure sembrano formare un portale per addentrarsi in quest’ultima.)
Ma niente era mai accaduto, eppure lei non smetteva di sperare.
Andò in camera sua e si lasciò cadere sul letto, restò inerme per un po’ e poi cominciò a osservare i disegni che la circondavano.
Sulle pareti della sua stanza vi erano raffigurati elfi, folletti e moltissime creature fantastiche.
In quel momento scattò qualcosa in lei, non sapeva cosa fare e prima o poi la noia estiva avrebbe preso il sopravvento su di lei.
Indossò un paio di shorts e una canottiera gialla, prese uno zainetto ci mise tutto ciò che le passò sottomano, bottigliette d’acqua, qualche snak, un cappellino e si mise un paio di occhiali da sole.
Chiuse velocemente la porta d’entrata a chiave dall’interno, poi si recò in veranda.
Con un gesto abile e al quanto avventato saltò la staccionata cercando di saltare la canaletta che affianca quest’ultima.

Si avventurò frettolosamente tra le erbacce che ricoprivano il sentiero ormai quasi invisibile agli occhi e dopo poco si ritrovò dinanzi al primo dei Vareden.
Non si fermò lì, nonj questa volta.
Dopo pochi metri trovò il secondo Varden che sorpassò frettolosamente quanto il primo.
Riprese il sentiero e velocemente si ritrovò nel centro della radura.

Si sedette all’ombra di un abete e cominciò a guardarsi intorno.
Erano ormai le 18.30 e l’atmosfera si faceva romantica quanto tenebrosa.
Cominciò a sgranocchiare una barretta ai cereali quando qualcosa di luccicoso la colpì proprio in fronte.
Si girò e vide il piccolo bagliore allontanarsi.
“Era solo una lucciola pensò”.
Prese uno specchietto che trovò nello zaino e cercò di vedere se le era rimasto qualche segno sulla fronte.
Quando vide la sua immagine riflessa non credette ai suoi occhi.
Un segno flebile ma alquanto piccolo era inciso sulla sua ampia mente.
Era il disegno di una nota, sì, proprio una nota musicale, non era in rilievo cm una cicatrice ma neanche colorato come uno stampo o un tatuaggio era leggero e delicato come un a piccola bruciatura.
Si girò e vide che la lucciola le ronzava ancora intorno allora la seguì e cercò di acchiapparla.
La seguì in un sentiero strano, nuovo, non lo aveva mai percorso prima eppure conoscev la radura come le sue tasche.
Ben presto si ritrovò davanti ad un un grosso fusto.
Non era come un qualsiasi albero della radura, questo esemplare era molto più grande, il tronco aveva una larghissima circonferenza e il legno non aveva schegge, sembrava…levigato.
Ci posò una mano sopra per essere sicura che fosse reale, la natura non avrebbe mai potuto levigare del legno in quel modo. La sua superficie perfetta era di un colore in identificabile, venato da una sottile ragnatela di striature marrone scuro, era freddo e liscio al tatto, come seta.
Lo osservò per qualche minuto buono e cominciò a girargli intorno osservando qualsiasi piccolo particolare, qualsiasi insignificante dettaglio.
All’altezza del suo sguardo in mezzo a molte venature scure vide inciso lo stesso simbolo che poco prima le è apparso sulla fronte, cerco di toccarlo ma non fece in tempoo, al suo sfioro il tronco cominciò a muoversi celando una scala ripida, profonda e fredda al suo interno
 
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perlamy95
view post Posted on 7/7/2008, 21:55




mi piace, brava!mi piace la tua fantasia, con un pizzico di mistero!!!continua presto. :ciau: :happy:
 
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SkiZZeTTa93
view post Posted on 7/7/2008, 22:26




grz mille...!!!!
si mi ci metterò su a scrivere...appena trovo un pò do tempo...^_^
 
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Coccinella95^_^
view post Posted on 8/7/2008, 11:01




billaaaaaaaaa cotninua prestooo ciao ciao
 
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SkiZZeTTa93
view post Posted on 8/7/2008, 12:31





lo rimetto xk ho modificato molte parti...



La RADURA

Era una sera di mezz’estate.
Claude non aveva ancora finito il pancake che sua madre le aveva preparato poco prima di andare al lavoro, sì, era così che cercava di riscattarsi.

Magda, la giovane madre di Claudette, credeva che una paghetta alquanto cospicua nel weekend, qualche regalo esageratamente costoso e un finto certo interesse per il suo andamento scolastico potesse andare a sostituire pienamente l’amore materno di cui un’adolescente si nutre quotidianamente e la sua rara presenza a casa.
D’altronde, solo questo poteva fare.
“In qualche modo devo pur tener in piedi la baracca- diceva continuamente – i soldi ancora non crescono sugli alberi, se solo tuo padre...”.
Solitamente a quel punto del discorso Claude già non le prestava più attenzione, la aveva sentita mille volte ripetere la solita e ormai banale storia.
Sapeva benissimo come Paolo le aveva lasciate per fare successo, o almeno così credeva, era partito per Londra, quando la ragazza aveva appena 8 anni e dal quel giorno non lo rivide più.
Ma non le andava di ripensarci, si era stancata di preoccuparsene.

La giovane Claudette Roon era ancora seduta sulla vecchia sedia a dondolo in veranda, il piatto in mano, riempito dei piccoli residui dello squisito dolce, lo sguardo curioso e indagatore perso nella radura che si stende giusto a qualche decina di metri dalla recinzione del suo giardino.
Amava l’atmosfera a quell’ora, era quasi il crepuscolo e gli ultimi raggi ondeggianti del sole calante danzavano sulle acque riflettenti del laghetto delle crune.
Adorava quel luogo “A un non so che di magico”. Ripeteva, ed era così, solo che Claude non poteva sapere.
Mille leggende erano nate sulla storia di quella radura, le voci più vecchie narravano che gli alberi che la circondano siano antichi elfi-mutaforma, per paura delle carestie e degli orrori che l’uomo portava nel mondo naturale essi decisero di trasformarsi in vecchi cipressi secolari e così fu per l’eternità. I cantastorie del paesino vivono di queste storielle e ne raccontano a volontà.
Molti dicono di essere stati testimoni della danza delle fate.
Spopolava il mito che nelle notti di luna crescente le fate riacquistino improvvisamente i loro eterni poteri e che per festeggiare questo lieto evento si ritrovino in radura esibendosi in danze o altrettanto sublimi canti e musicherie.

Fin da neonata, Claude, era stata affascinata e ossessionata da queste storie fantastiche, oltretutto in ogni leggenda c’è un fondo di verità no?
Mille e mille volte si era trovata seduta tra le grandi radici dei Varden,
(in antica lingua: “Guardiani”, si tratta di due querce più che secolari, poste parallelamente ai piedi della radure sembrano formare un portale per addentrarsi in quest’ultima.)
Ma niente era mai accaduto, eppure lei non smetteva di sperare.
Andò in camera sua e si lasciò cadere sul letto, restò inerme per un po’ e poi cominciò a osservare i disegni che la circondavano.
Sulle pareti della sua stanza vi erano raffigurati elfi, folletti e moltissime creature fantastiche.
In quel momento scattò qualcosa in lei, non sapeva cosa fare e prima o poi la noia estiva avrebbe preso il sopravvento su di lei.
Indossò un paio di shorts e una canottiera gialla, prese uno zainetto ci mise tutto ciò che le passò sottomano, bottigliette d’acqua, qualche snak, una torcia, perché il buio stava avanzando e, infine, un cappellino.
Velocemente andò a specchiarsi, prese un elastico che aveva intorno al polso e legò i suoi lunghi capelli scuri, si guardò per qualche istante e controllò di avere al collo il suo dedrà.
Il dedrà era un cristallo porta fortuna dai colori pallidi e solari, lo aveva ricevuto al suo 5° compleanno e daa allora non lo aveva mai tolto.
Si sciacquò il viso velocemente e poi corse in corridoio.
Chiuse la porta d’entrata a chiave dall’interno, poi si recò in veranda.
Con un gesto abile e al quanto avventato saltò la staccionata e la canaletta che affianca quest’ultima.

Si avventurò frettolosamente tra le erbacce che ricoprivano il sentiero ormai quasi invisibile agli occhi e dopo poco si ritrovò dinanzi al primo dei Varden.
Non si fermò lì, non questa volta.
Dopo pochi metri trovò il secondo Varden che sorpassò rapidamente quanto il primo.
Riprese il sentiero e velocemente si ritrovò nel centro della radura.

Si sedette all’ombra di un abete e cominciò a guardarsi intorno.
Erano ormai le 18.30 e l’atmosfera si faceva romantica quanto tenebrosa.
Cominciò a sgranocchiare una barretta ai cereali quando qualcosa di luccicoso la colpì proprio in fronte.
Si girò e vide il piccolo bagliore allontanarsi.
“Era solo una lucciola”. Pensò.
Prese uno specchietto che trovò nello zaino e cercò di vedere se le era rimasto qualche segno sulla fronte.
Quando vide la sua immagine riflessa non credette ai suoi occhi.
Un segno flebile ma alquanto piccolo era inciso sulla sua ampia mente.
Era il disegno di una nota, sì, proprio una nota musicale, non era in rilievo cm una cicatrice ma neanche colorato come uno stampo o un tatuaggio era leggero e delicato come un a piccola bruciatura.
Si girò e vide che la lucciola le ronzava ancora intorno allora la seguì e cercò di acchiapparla.
In men che non si dica si ritrovò a percorrere un sentiero strano, nuovo, non lo aveva mai visto prima eppure conosceva la radura come le sue tasche.
Ben presto si ritrovò davanti ad un un grosso fusto.
Non era come un qualsiasi albero della radura, questo esemplare era molto più grande, il tronco aveva una larghissima circonferenza e il legno non aveva schegge, sembrava…di plastica.
Ci posò una mano sopra per essere sicura che fosse reale, la natura non avrebbe mai potuto levigare del legno in quel modo. La sua superficie perfetta era di un colore inidentificabile, venato da una sottile ragnatela di striature marrone scuro, era freddo e liscio al tatto, come seta.
Lo osservò per qualche minuto buono e cominciò a girargli intorno osservando qualsiasi piccolo particolare, qualsiasi insignificante dettaglio.
All’altezza del suo sguardo in mezzo a molte venature scure vide inciso lo stesso simbolo che poco prima le era apparso sulla fronte, cerco di toccarlo ma non fece in tempo.
Stava giusto avvicinando la mano quando la piccola incisione emise un lieve bagliore, il segno sulla sua fronte cominciò a bruciarle, e si senti catapultata indietro da una forza sovraumana, si ritrovò a terra.
Davanti ai suoi occhi, dove poco prima si ergeva la quercia in tutta la sua secolare bellezza, il tronco celò una scala ripida quanto fredda al suo interno.
La testa le girava, e la fronte sembrava andarle ancora a fuoco.
Si alzò in piedi e cercò di restare bene in equilibrio.
Prese lo zainetto e se lo mise in spalla si avvicinò al tronco/entrata e guardò giù.
Da appena sotto i suoi piedi, la lunga scala partiva e scendeva ripida roteando a chiocciola, i leggeri fasci di luce ke penetravano da dietro le spalle di Claude venivano riflessi sul materiale cristallino della scala e si spandevano creando una specie di arcobaleno sulle pareti viscide dell’interno.
Dinnanzi a lei uno spettacolo meraviglioso stava avendo luogo, si fece coraggio e si incamminò seguendo i gradini.
Piano, paino scese tutta la scala e si ritrovò in una sala spaziosa e dalle fatture reali.
Le pareti erano adorne di arazzi, quadri e di quanti più oggetti preziosi avesse mai visto, ne restò affascinata e cominciò a guardarsi intorno con fare investigativo.

-Dove mi trovo?-
-Perché questo posto non l’ho mai visto prima?-
-Mi sembra tutto così strano-

Ad un certo punto la sua attenzione venne rapita da un suono flebile ma alquanto melodioso, su una mensola a qualche metro da lei un carillon era stato caricato e stava suonando le dolci note di una ninnananna.
Claude si mise a scrutare attentamente il carillon.
Non ne aveva mai visto uno di così bello, aveva le fatture di un fiore, ma era solido come la roccia.
Sulla cima la miniatura di una fata girava a tempo di musica.
Lo chiuse e lo mise nello zainetto.
Poi vide una finestra dall’altro lato della stanza.
Guardò fuori e rimase sorpresa.

-Prima di tutto dove diavolo mi trovo-. Pensava.
-Se ormai è il tramonto come mai fuori splende il sole alto nel cielo?-

Decise di non pensarci.
Continuò a girare nella sala, fino a quando si trovò dinnanzi una grossa porta azzurra, decorata d’oro e incastonata di gemme.
In testa alla quale si trovava un cartello con sopra un scritta:
-Domia abr Wyrda-
La ragazza non capiva, non riusciva a comprendere in quale strana lingua era la scritta, nonostante questo si fece coraggio e spalancò la porta.
 
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SkiZZeTTa93
view post Posted on 13/7/2008, 18:47




incanto...

un fascio di luce accecante le stagnò il volto,
socchiuse gli occhi rapidamente, per il fastidio ke il riverbero del sole le dava, e dopo si accorse di essere in un posto meraviglioso quanto strano...


si fece avanti e si trovò nel mezzo di un grosso prato verde, la chioma fitta degli alberi faceva passare giusto qlk raggio di sole ribelle e e quest'ultimo creava una strana atmosfera.

Nel aria uno strano profumo si dilagava mentre una dolce melodia cullava il respiro affanata di Claude...

Non poteva crederci non poteva essere vero, un mondo fantastico dunque..esisteva davvero?

-e ora chissà cosa accadrà-
pensava la ragazza stupita ma allo stesso modo spaventata.
Si guardò intorno con fare investigativo finkè il suo sguardo nn si perse nelle profondità di un sentiero ke si inoltrava nel bosco buio...
Determinata cm nn mai decise di nn fermarsi, con fare sicuro si avvicino all'imbocco del sentiero, guardò x qnt si inoltrava quest'ultimo e infine si girò x osservare la porta dallla quale era arrivata.
Non lo nascondeva un pò di paura l'aveva ma nn poteva rinunciare ad un sogno...
 
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SkiZZeTTa93
view post Posted on 13/7/2008, 19:19




un piede davanti all'altro..
ogni suo passo creava un croccante scricchiolio a contatto cn i ciottoli sparsi di cui il sentiero era creato.
Più si addentrava più calava il buio.
La fronte cominciò a bruciarle, una una flebile luce sembrava arrivare dalle sue spalle e illuminare il suo cammino, il simbolo sembrava stesse andando a fuoco...accese la torcia ke velocemente prese frugando nello zainetto e recuperando lo specchietto si guardò il viso.
La luce leggera proveniva appunto dalla sua fronte, la piccola nota si stava illuminando creando un fascio di luce dnnanzi a lei..
Claude era spaventata nn riusciva più a orientarsi tra gli alberi tt sembrava simile, tt uguale da quale parte era giunta sin li?
doveva proseguire o indietreggiare frettolosamente.
Nn sapeva cosa stava succedendo ma nell'aria sentiva una fastidiosa tensione, e nelle orecchie vibrava un ronziuo delicato.

Uan luce in lontaanza attirò la sua atytenzione, Claude ebbe paura.Il bosco stava assumendo un aspetto spaventoso e inquietante.
Aveva voglia di urlare ma si trattenne dal farlo, sentì un ramo spezzarsia lle sue spalle e come un missile cominciò a correre.


-vai così,Claude corri verso la luce-
-li sarà tt finito-
continuava a ripetersi in una vana speranza la ragazza.

Correva e correva, saltando grosse radici e schivando rami bassi la luce si avvicinava e stava per rapirla dalle tenebre ke tanto la spaventavano.
Boom, si rtitrovò in un viale alberato completamente illuminato dai raggi del sole.
Se qualcosa la stava seguendo ormai era lontano.
Cercò di rilassarsi voltando le spalle al bosco oscuro, stava giusto guardando una luce in lontananza quando...
sbam, qualcosa la colpì duramente in testa lasciandopla cadere al suolo.
Due occhi chiari, il volto delicato e i lineamenti perfetti di un ragazzo furono le ultime cose che videro i suoi occhi stanchi prima di accasciarsi al suola.
-forse un angelo- pensò...
 
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SkiZZeTTa93
view post Posted on 13/7/2008, 20:21




:cry: nn commenta nessuno
 
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.Bady.
view post Posted on 13/7/2008, 20:36




Ho letto solo il primo post per adesso, è molto bella!!! mi piace questa faccenda degli elfi e delle fate ^^
e poi scrivi davvero molto bene, bravissima!!!
 
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SkiZZeTTa93
view post Posted on 13/7/2008, 20:41




grazie bady!
amo scrivere...quindi sn davvero contenta ke ti piaccia cm lo faccio...
 
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Coccinella95^_^
view post Posted on 14/7/2008, 17:09




sisi bellissimissimsissima la tua storia!!! scrivi molto bn ^^
 
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SkiZZeTTa93
view post Posted on 14/7/2008, 17:35




grz ila!
sn contenta...anke tu scrivi molto bene!
 
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SkiZZeTTa93
view post Posted on 20/8/2008, 22:09




tuuuuuuuuuuuuuuuu


un fischio assordante svegliò Claude.
Era ancora stordita e non riusciva a capire bene dove si trovava ma il fishchio non smetteva.
Si portò le mani sopra le orecchie e prese un cuscino dal letto su cui era distesa e se lo mise sopra la testa, il fischio diventò più forte e stridulo.
Le orecchie le duolevano, non resistiva più, le sembrava che il ce4rvello le stesse per esplodere, delle lacrime le rigarono il volto, segno della sua sofferenza.
Non ce la faceva più, istintivamente cominciò ad urlare.
urlava piangeva e si guardava intorno, era in una camera da letto graziosa e raaffinata ma non riusciva a concentrarsi nei dettagli non con quel ronzio in testa.
Cominciò a battere su una parete:" basta vi prego, chiunque ci sia, chiunque mi possa sentire...fatelo smettere" non la smetteva di urlare e singhiozzare, si sentiva esplodee la testa.
Entrò un giovane nella stanza.



-Aspette-pensò Claude-ma da dove diamine è entrato? nn ci sono porte!-
Non riusciva neanke a pensare stava troppo male.

Al seguito del ragazzo vide una fanciulla, le diede 2 o 3 meno meno del compagno.
Il giovane la guardò negli occhi.
aveva degli occhi così, grandi e...profondi.
Due occhi color oro.
Claude pensò che con quello sguardo potesse guardarle dentro.
La fissò per un minuto maa a Claude sembrò un eternità,si sentiva...nuda sotto qll sguardo indagatore.
Il ronzio non smetteva la ragazza ormai era disperata dal dolore, senza accorgersene si trovava ai piedi del ragazzo e lo stava scongiurando di far smettere il fischio.
Quest'ultimo si girò verso la compagna e annuì.
L'espressione della ragazzina si rilaassò e sembrava essersi impegnata molto...il fischio cessò.
 
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Coccinella95^_^
view post Posted on 20/8/2008, 22:13




woww continuaaaa prestoooooooo
 
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.Bady.
view post Posted on 21/8/2008, 12:27




wowo hai continuato!!!!
appena non ho altro da fare leggo!!!
 
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16 replies since 7/7/2008, 18:23   156 views
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