storiella..

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valenzz90
view post Posted on 7/12/2009, 10:55




bello Rika
 
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.rika.screams.
view post Posted on 6/2/2010, 23:56




9° CAPITOLO
-hai una faccia da funerale- dice lei.
-ciao, Ale..-dico io.
lei si scansa per lasciarmi entrare nel suo appartamento, lanciandomi un mezzo sorriso.
mi dirigo verso la sua camera, come sempre.
il fatto è che la famiglia di Ale è...piuttosto caotica, ecco.
lei ha quattro sorelle. e una madre incinta.
e due padri, ma questa è un 'altra storia...
in casa sua sono in sette, non contando il pancione della madre. tanta gente, troppo rumore.
e nessun modo di essere ascoltata.
di solito la camera di Ale è deserta, non so neanche perchè. semplicemente, le sorelle passano il loro tempo sempre in altre stanze, solitamente insieme.
in cucina, o in salotto.
Alessia chiude la porta dietro di sè, e mi guarda:
-tu, invece, che hai? -le chiedo.
-mi sei mancata... -mi fa.
lo so. è sempre così, ci manchiamo. eppure non passiamo mai troppo tempo insieme.
forse, è solo che ci piace vedere nell'altra un salvagente sicuro, un'ultima spiaggia nel momento della difficoltà...
nel momento della massima difficoltà.
-mi sento stanca, troppo stanca. e mi sento sola, dannatamente sola.
la guardo:
-racconta.
lei mi dedica un sorriso di ringraziamento ed inizia a parlare..
-come tu ben sai, quando sono alla ricerca di silenzio, esco da qui. esco, e cammino, cammino...spesso arrivo ai giardinetti pubblici. hai presente quali?
annuisco:
-quelli con i cespugli di rose...cioè, quelli nei quali, quand'eravamo bambine, c'erano numerosi cespugli di rose.
-esatto. ho visto un ragazzo, lì... non so neanche il suo nome. so solo che va lì con il suo cane. ed in più l'ho visto girarsi verso di me, due o più volte... maty, non voglio innamorarmi.
essendo seduta sul letto di Ale, prendo un angolo della coperta ed inizio a giocherellarci.
lo so. neanch'io voglio innamorarmi.
Ale non vuole seguire le orme della sua famiglia, perché anche in una famiglia tanto numerosa lei si sente terribilmente sola e non vuole ripetere la sua storia...
non vuole innamorarsi, non vuole mettere su famiglia.
noi vogliamo solo affermarci in ambito lavorativo.
-stare con un ragazzo, talvolta, può smorsare il senso di solitudine...
-stare con un ragazzo, talvolta, può farti soffrire, farti piangere, strapparti il cuore dal petto ed uccidere ogni tuo desiderio di vita.
-sei macabra.
-lo so.
eppure non sembra, dal suo aspetto.
-eppure, a quanto mi dici, questo ragazzo non ci ha mai neanche provato con te...
-lo so.
-e sei confusa.
-qualcosa che non so?
-che cosa?
-il motivo della tua faccia da funerale.
dunque è l'ora di giocare, come sempre. Alessia ha mostrato le sue carte, io ora mostrerò le mie.
e forse, poi...


Edited by .rika.screams. - 7/2/2010, 18:17
 
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valenzz90
view post Posted on 10/2/2010, 11:38




bello davvero Rika
 
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.rika.screams.
view post Posted on 13/2/2010, 21:01




vale, sei rimasta solo tu a valutare il mio operato <3
grazie xD
 
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.rika.screams.
view post Posted on 19/3/2010, 22:30




e ritorno a scrivere per bisogno, per sfogarmi, perché così sento che do un brandello di motivo alla mia esistenza.

10° CAPITOLO
Mi siedo sul letto di Ale. che c'è da raccontare? mi sembra niente.
eppure, pensandoci, è tutto. ma è tutto stupido, e non mi sembra che valga la pena di essere raccontato.
-ho litigato per l'ennesima volta con mia madre. per via di un vicino di casa, Narciso...
lei si toglie i suoi occhiali dalla montatura fina e li pulisce nella t-shirt. sembra molto presa dal suo lavoro, ma io so benissimo che stà ascoltando. In realtà non perde alcuna parola che esce dalla mia bocca.
-...è un signore di mezza età, uno scrittore. passo un sacco di tempo a casa sua, e quando mia madre lo ha scoperto si è arrabbiata.
-scusa, ma da quant'è che hai preso l'abitudine di passare il tempo a casa di signori di mezza età?
-da quando ho conosciuto Narciso.
-ah, certo, ora capisco tutto, grazie del chiarimento.
-prego.
-stavo usando un po' di ironia...
-anch'io.
lei mi si siede vicina, poi aggoggia le gambe sopra le mie per appoggiare la sua guancia sulla mia spalla.
-uno scrittore, dici? eccentrico. interessante. però lo sai che ha tua madre non piace che le si venga ribadito che non conosce affatto sua figlia...
parla per me così come parla per sè. siamo tanto uguali quanto diversi, e questo è tanto un bene quanto un male.
ci capiamo, ma abbiamo paura della sentenza dell'altra quando vogliamo fuggire dalla realtà.
-però c'è qualcos'altro, su questo scrittore, che non mi hai detto.
-mi par giusto.
-ti par giusto che ci siano segreti fra di noi?
-no, ma ci sono sempre stati. è da sempre che tu mi nascondi qualcosa, almeno siamo pare.
forse, una ragazzina normale dell'età di Ale, a questa accusa avrebbe risposto alzandosi, con rancore, finendo con una litigata o invitandomi ad andare via.
lei, invece, prende nel pugno parte della stoffa della maglia che indosso e si mette a stringerlo forte.
stiamo così per altri dieci secondi, poi ci stacchiamo.
-hai fame?-mi fa.
la seguo in cucina dove, appoggiata al tavolo, sua madre stà dormendo.
la dispenza della famiglia di Ale è sempre strapiena. forse, i genitori hanno un qualche terrore inconscio di non riuscire ad essere capaci di badare a tutta la prole.
in questo modo, almeno sono sicuri di riuscire a sfamarli.
Ale afferra due pacchetti di biscotti integri, l'uno al gusto di cioccolato e l'altro alla crema al limone, e si piomba fuori casa.
la seguo nuovamente.
-andiamo dal tuo bel tenebroso ai giardini?
-ma anche no. non è l'ora x. però possiamo andare in giro qui intorno, se ti va.
-va bene.
camminando mangiamo, quindi non abbiamo modo di parlare.
ma va bene così, basta stare l'una accanto all'altra.
basta avere l'altra e sapere che c'è l'altra. e che forse ci sarà sempre.
-oggi non voglio andarci ai giardini- dice.
-ed io non ho intenzione di andare da Narciso.
-succupe della mamma?
-succube della paura dell'amore?
biscotto.
-io non ho paura dell'amore.
altro biscotto.
-io ho repulzione dell'amore. è diverso.
finisco di masticare.
-hai ragione- dico.
passiamo tutta la mattinata a chiacchierare fuori, poi torniamo a casa sua, per dire a sua madre che pranziamo fuori e...verso le due e qualcosa ci ritroviamo in un ristorante con i menu in mano ed indecise su quale pizza scegliere.
-merda...-la sento sussurrare, forse a sè stessa.
mi volgo verso il suo sguardo e vedo attraverso i finestroni un ragazzo attraversare la veranda del ristorante e catapultarsi fuori.
un ragazzo moro, i capelli decisamente troppo lunghi per un maschio secondo la mia concezione di maschio, probabilmente gli daranno anche fastidio alla vista.
ma non importa. l'importante è sembrar affascinante.
è piuttosto alto, età indefinita. è un ragazzo.
un signore, dietro di lui, attraversa la sala da pranzo e si affaccia alla veranda gridandogli:
-Federico, ricordati! domani hai il turno prolungato!
-sì, capo! -risponde lui e corre via.
mi giro verso Ale ed esprimo a parole il suo pensiero:
-il tuo bel tenebroso è in età di lavoro e non ha evidente voglia di faticare.
e poi ora sai almeno come si chiama.
Federico.
 
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valenzz90
view post Posted on 20/3/2010, 23:18




sempre belle parole nel racconto brava^^
 
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.rika.screams.
view post Posted on 10/4/2010, 13:56




11° CAPITOLO
Passo il pomeriggio con Ale.
Tornando a casa, la sera, passando per il corridoio noto il portone d'ingresso alla porta di Narciso aperta.
Mi scopro indecisa su ciò che dovrei fare.
però poi afferro le chiavi che ho recuperato infilando le mie dita sottili nella piccola cassetta della posta e rientro a casa.
quello che provo? non lo so neanch'io.
sono felice, perché ho passato l'intera giornata con la mia migliore amica.
il resto...
il resto è semplicemente stanchezza. solo stanchezza.
chissà che ore sono. probabilmente, l'ora di cena.
dovrei andare a comprare qualcosa per cenare.
però...
ho molta stanchezza addosso, sono tanto stanca.
mi infilo il pigiama e mi butto sul letto a peso morto, senza neanche fare un tentativo di mettermi a leggere un po'.

-buongiorno -mi fa mia madre, vedendomi entrare dalla cucina.
-ti sei alzata molto presto, oggi -nota lei.
-che ore sono?
-le cinque.
mi gratto la testa, poi mi trascino fino ad una sedia del tavolo della cucina.
per forza è presto. ieri mi sono coricata in anticipo...
e poi io non riesco mai a dormire troppo.
-vuoi del caffè? -mi chiede mia madre.
-con del latte, grazie -rispondo.
lei prende dalla credenza una mia vecchia tazza, di quand'ero piccola, me la mette davanti e la riempe per metà di caffè; poi prende biscotti e dolcezze varie e si accomoda vicino a me.
-che fai oggi? -mi chiede, dopo una lunga sorsata.
mi sembra tanto strano, parlare con mia madre del più e del meno.
e fare colazione insieme.
e comportarci come una famiglia (quasi) normale.
-niente -dico.
è vero. di fatto, sarebbe troppo strano uscire con Ale per due giorni di seguito.
ci concediamo entrambe un'altra sorsata di caffè ed un morso di biscotto.
io addento un biscotto al cacao e mia madre uno alla vaniglia.
-senti...ti va di vedere a lavorare con me, oggi?
mi sembra tanto, tanto, tanto strano.
perché no?
 
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p o i s o n.
view post Posted on 10/4/2010, 13:59




bella **
 
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valenzz90
view post Posted on 10/4/2010, 20:17




bello anche questo!
 
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.rika.screams.
view post Posted on 25/4/2010, 16:19




12° CAPITOLO
quando ho accettato, non ho preso in considerazione parecchie cose.
ad esempio, che andando a lavoro con mia madre avrei dovuto lavorare come una schiava in una piantagione di tè sfruttata da coloni inglesi.
-come ti sei ridotta...- dico al mio riflesso deformato sull'acquario del ristorante.
senza i miei capelli sciolti lungo le spalle, che ora sono raccolti da mille e una forcina sotto una cuffietta orripilante, sembra che io abbia le orecchie a sventola.
senza contare poi la disgustosa divisa color salmone.
un pesce, notandomi, mi si avvicina e mi guarda, attraverso lo specchio, come se fossi io l'animaletto strano che nuota in un parallelepipedo di vetro per intrattenere gli ospiti.
-stupido...- gli sussurro, velenosa.
mia madre mi vede e, avvicinandosi, mi poggia un piatto con una pizza quattro stagioni in testa:
-tavolo deieci -mi fa.
prendo con le mani il piatto e chiedo:
-solo questo?
-sì, quel ragazzo si è presentato da solo.
annnuisco e mi dirigo verso il tavolo numero dieci...e chi trovo?
mi immagino il pesce di prima guardarmi, inclinare la testa e chiedermi:"chi?".
questo è uno dei segni più preoccupanti che indicano il mio delirio mentale.
comunque, come dicevo...vedo Federico.


sì, lo so, questo capitolo è troppo corto. dovrò allungarlo, la prossima volta che giungo qui.
 
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valenzz90
view post Posted on 25/4/2010, 20:36




tranquilla rika
complimenti^^
sta venendo fuori una bella storia
 
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.rika.screams.
view post Posted on 10/8/2010, 11:09




appoggio il piatto di pizza sul tavolino sotto il suo naso.
vedo lui piuttosto impegnato a...fissare un punto impreciso della carta da parati. immagino che stia riflettendo, quindi.
non mi presta la più minima attenzione.
-vuole qualcos'altro, signore? -gli chiedo.
lui scute la testa.
chiaramente, non alza neanche gli occhi verso di me: c'è bisogno di dirlo?
lo so, dovrei tornare da mia madre.
ma sono troppo curiosa per andarmene.
mi siedo davanti a lui, che finalmente si risveglia e si vecide a prestarmi attenzione.
-tu oggi non avevi il turbo prolungato?
-ma chi...
-potresti anche rispondere.
prima di rispondere, lui si scansa i capelli dal viso.
ci avrei scommesso che gli davano fastidio alla vista.
-cel'ho. dalle 15 fino alle tre, non contando la pausa pranzo. mi tocca perché ieri me ne sono dovuto andare prima...
-sì, lo so.
-e come?
-pensi davvero che io te lo voglia dire?
-ci speravo.
-mi dispiace, ti è andata male. posso chiederti quanti anni hai?
-dunque non sai tutto.
-l'onniscienza è un talento che solo una divinità può avere qualche probabilità di ottenere. quanti?
-ventidue.
-sicuro?
-davvero stai cercando di contestare la mia età?
-i maschi ci fammo, che a volta si danno più anni di quanto hanno. e mi auguro che tu ne abbia qualcuno di meno.
lui ridacchia, sebbene non abbandona la tua aria di diffidenza.
sento un odore di sigaretta avvicinarsi a me:
le mani di mia madre che mi afferrano una guancia.
-cavolo, mamma, mi fai maleee
-Maty, lascia in pace il signore e torna a lavorare.
ha una voce talmente esausta che decido di darle retta.
saluto Federico e faccio per andarmene.
-Maty? qual'è il tuo nome di battesimo.
-Matilde -rispondo io.
e me ne vado a ricevere ordini.
 
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p o i s o n.
view post Posted on 11/8/2010, 20:46




complimenti ^^
 
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.rika.screams.
view post Posted on 15/8/2010, 14:57




<3
 
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valenzz90
view post Posted on 25/8/2010, 15:20




non avevo vistoquest ultimo capitolo bello rika!
 
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59 replies since 25/8/2009, 22:34   699 views
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